Per anni la situazione era stata chiara e limpida.. Ti piaceva andare in bici? ok..

Poche regole, nessun trucco.

La procedura per andare in bici era: pedala, pedala, pedala, soffri, piangi, suda, pedala, pedala, suda, soffri e dopo tanti pedala, tanti suda e tanti soffri cominciavi a salire così in alto da poter fare qualche decente discesa..

Dopo la decente discesa la regola cambiava così: Pedala, suda, soffri, pedala, smusing, ospedale, pedala, soffri, ematomi, suda, pedala, pedala, soffri e sbatti..

E più pedalavi, sudavi e soffrivi, più arrivavi in alto.. Più arrivavi in alto e più potevi permetterti sentieri in discesa decenti e lunghi e conseguentemente più potevi rischiare di sbattere forte..

La regola era chiara. Più pedalavi e più dislivello riuscivi a fare in salita, più spingevi in discesa e più eri forte.. Senza discussioni da bar, senza se e senza ma.

I numeri parlavano chiaro e i secondi di distacco erano fattori indiscutibili.

E in questo folle gioco la gente si sfiniva con uscite massacranti, dislivelli e fatiche da paura e certi cappottamenti in discesa che sono difficili da dimenticare. Il tutto solo per dire “io sono più forte di te..” anzi, dati alla mano non c’era nemmeno bisogno di dirlo.. Sorridevi e basta. “Strava Docet” – “Non provare a discutere su ciò che Strava assegna”…

Uscita dopo uscita eri sempre più in forma, sempre più morato e sempre più forte. La vegetazione era aspra e fitta e gambe e braccia erano continuamente rigati dalla spine. Spesso tornavi col sangue, fiero come un gladiatore che rientra in gabbia..

Nel bosco spesso eri solo, era una fortuna e una rarità se durante qualche uscita incontravi un altro biker (un altro matto..). Passavi ore a cercare di fare la linea migliore su ogni ostacolo, a cercare di non mettere il piede a terra o superare quelle rampate che sembravano impossibili.

Il tutto da mettere in pratica nelle rare uscite di gruppo per confrontarsi con gli altri, per il titolo da Re.

Certe sere il bosco metteva paura, “le checche in bici da strada” si diceva..

Spesso le piante facevano male..

Arrivare per la prima volta in vetta (su qualsiasi vetta) era una esperienza unica. Il prezzo che avevi pagato in “soffri e suda” per arrivare li era altissimo e quei minuti che passavi a guardare il panorama erano preziosissimi e ti riempivano l’anima.

Una foto da quella vetta ce l’avevi solo tu e pochi altri.. Li ci arrivano in pochi.. Rispetto per loro..

Per anni ha funzionato così.. e funzionava anche bene..

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Poi d’improvviso sono arrivate le E-bike ed è cambiato tutto.

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Valanghe di persone sono penetrate in quei boschi silenziosi, i vecchi Re in pochi giorni sono caduti.

All’improvviso quel sacco di “soffri e suda” che uno si trascinava dietro da anni non valeva più nulla e in vetta trovavi gente alla prima uscita che non aveva sudato nemmeno!! Per la vecchia guardia suonava come una bestemmia.

Sembrava una scena di un sogno horror. Lo scalatore che dopo anni di preparazione, giorni di fatiche e sofferenze arriva in cima all’everest e trova la signora in pelliccia e tacchi a spillo portata su in elicottero. Entrambi guardano lo stesso panorama. Hanno lo stesso diritto di guardare lo stesso panorama?. Ciò che hanno pagato fisicamente per guardare quel panorama è ben diverso.

In discesa poi.. Li vedevi sgommare sulle tue discese!! Quelle discese che a te erano state concesse dopo mesi o anni e che in qualche modo avevi pagato con il sangue e sudore… Li vedevi storti, sgraziati, alcuni grassi e pesanti. Molti senza una minima capacità di guida.. un controllo bici praticamente inesistente. Ed erano li!!! E spesso ti impicciavano anche!!

Li sentivi parlare focosamente di cose a loro ignote.. Come quello che si fa un bidè e pensa di insegnare subacquea.

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Le disgrazie però non vengono mai sole..

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Dopo le e-bike il covid ha distrutto quel poco che era rimasto in piedi.

Andare in bici nel periodo difficile del Covid era praticamente l’unica cosa che si poteva fare e questo ha dato una spinta fortissima spazzando via un mercato che era già al limite e portando onde di nuovi inesperti appassionati nel fragile ecosistema montano.

Le bici e i componenti (che erano già cari), vista la forte richiesta, sono triplicati di prezzo in 10 giorni e diventati introvabili.

Qualsiasi cosa succeda in futuro sono convinto che i prezzi non torneranno mai più come prima.

Uscire di sabato e domenica sui tracciati più gettonati era come andare alla fiera, trovare un sentiero libero e pulito dall’inizio alla fine era praticamente impossibile.

Quel mondo di pace, solitudine e silenzio non c’era più. Il bosco faceva molta meno paura e forse un pò mi dispiaceva anche.

Passano i mesi…

La convivenza forzata tra i ciclisti “motorizzati” e quelli che “pedalano” porta a un certo equilibrio.

Le 2 parti non si insultano più apertamente (se potessero leggere il pensiero tocca litigà..), cominciano a venire a galla i primi limiti delle e-bike legati alla durata della batteria e molti di loro si auto-eliminano pagando l’inesperienza con periodi prolungati di prognosi.

Tra le parti si intrecciano poi i traditori. Giuda maledetti.

Ciò che è successo si può visivamente rappresentare con la teoria dei liceali. (Teoria che mi sono inventato ma che rende alla perfezione l’idea)

Prendiamo una classe 20 liceali maschi. Nel gruppo ci sarà qualcuno più bello, qualcuno più simpatico ecc.. ma sicuramente tutti perennemente e costantemente alla ricerca di F_ _ a.

Qualcuno di loro si impegna e rimorchia mentre qualcun altro non ottiene risultati.

Ecco, quelli che rimediano sono i Re. Non vi è dubbio che sono i più invidiati… I risultati parlano da soli.

Nella stessa classe, dopo anni di monarchia e stabilità, improvvisamente facciamo entrare 10 donne di facili costumi..

Di punto in bianco tutti, pagando, hanno ciò che cercavano, proprio come i Re.

Le donne che sono entrate in classe però sono “di facili costumi”, mica sceme… Quindi, vista la richiesta, dopo poco il prezzo della F_ _ a sale in modo esponenziale..

Tra i liceali, chi era già allenato da prima regge bene la novità mentre per gli altri la soddisfazione è molta ma il cambiamento della situazione è impegnativo.

Dobbiamo certamente ragionare su tale novella.. (Non cercate di immaginare ciò che succederà li per li, maiali..), concentratevi sul ragionare su COSA SUCCEDERA’ IN CLASSE DOPO.

La novella potrebbe quindi aiutarci a capire COSA STA SUCCEDENDO ORA IN MTB e COSA POTREBBE SUCCEDERE NEL PROSSIMO FUTURO?.

Partiamo dai dati di fatto:

– Il Covid è praticamente finito

– La gente sui sentieri è diminuita tantissimo rispetto a 4/6 mesi fà

– Le bici e i ricambi costano oramai come un rene

L’idea che mi sono fatto è una sola:

– Chi ha comperato la bici solo per uscire di casa durante il covid è tornato a fare altro.

– Chi ha comperato la bici elettrica ha già scoperto (o scoprirà presto) che la loro più grande qualità è anche il loro più grande problema. Il fatto di portare in vetta chiunque (anche con livello di allenamento “divano”) è stata la propulsione alle vendite ma dopo che sei salito in vetta 20 volte sei certo di voler ancora salire in vetta?. Cosa ci vai più a fare?..

Questo non è più un giro in bici ma diventa solo un trasferimento..

I liceali si stuferanno??

Manca lo stimolo della sfida, della ricompensa, del miglioramento della forma fisica, di quel tramonto sudato e guadagnato.

Le aziende sembrano già averlo capito da tempo spingendo la produzione verso bici più leggere, meno “motorizzate” alzando un po’ l’asticella del contributo umano..

..

Oggi sono uscito ed ero da solo.. Non ho incontrato nessuno.. Non succedeva da 2 anni..

Ero sui sentieri più gettonati, c’era un bel sole e non ho incontrato nessuno..

Pensavo a tutte quelle bici elettriche da 4000/5000 euro appese in garage a prendere polvere..

Quanti bei componenti hanno su montati…

Poi ho cercato le mie linee, ho provato a rimanere in sella anche sulle rampate più dure, ho faticato e sudato.. E il bosco sul tardi faceva un po’ paura..

Ugo Meniconi

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